Ben prima della “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” – Parigi 10 dicembre 1948, promossa dalle Nazioni Unite − a Catanzaro, nel 1944, i sacerdoti don Giovanni Apa, don Giovanni Capellupo e don Nicola Paparo assieme a una donna consacrata, Maria Innocenza Macrina, costituivano il primo ente assistenziale denominato “In Charitate Christi” che avrebbe dovuto ispirare le sue attività al comandamento evangelico della Carità per promuovere e affermare la dignità delle persone fragili. È il messaggio più rilevante e più innovativo − in un contesto come quello calabrese − dal quale partire per comprendere la storia di questi oltre settanta anni di Fondazione.
È costituita l’Opera Pia “In Charitate Christi” con sede operativa nella Casa Sacri Cuori a Fondachello di Catanzaro, un edificio donato dall’Ente Comunale Assistenza di Catanzaro. Anche le attività e il personale della Casa della Carità di Gasperina, dove operavano don Nicola Paparo e Maria Innocenza Macrina, sono trasferite a Fondachello.
Viene ampliata la struttura di Fondachello, a Catanzaro, denominata “Casa dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria”, dove nasce un asilo per bambini poveri e un ambulatorio medico generico. Viene introdotto il concetto di “assistenza socio-sanitaria”. Qui vengono ospitate 48 donne che prima alloggiavano in miseri tuguri in stato di marginalità.
Alla Fondazione Opera Pia “In Charitate Christi” viene riconosciuta la personalità giuridica di diritto privato.
L’Opera Pia viene riconosciuta “ente morale” di natura pubblica nella forma di IPAB (Istituto Pubblico di Assistenza e Beneficenza). Anche il nuovo statuto specifica che lo scopo primario dell’ente è quello del “divino precetto della Carità praticato attraverso l’assistenza, il ricovero e la rieducazione dei minorati abbandonati”. Monsignor Apa, nella qualità di presidente e di direttore è già impegnato a elaborare sia il progetto di una “Casa del sacerdote” dove ospitare i preti in pensione o di passaggio sia un Villaggio della Carità da realizzare a Santa Maria di Catanzaro.
L’Opera Pia avvia l’attività di assistenza nelle due strutture, di Catanzaro e Gasperina, che ospitano persone anziane, minorate e 38 orfanelle che rappresenteranno il vivaio per il personale di volontariato costituito nella “Missionarie della carità”.
Monsignor Giovanni Apa inaugura la “Casa del sacerdote”, edificata su un terreno donato dall’on. Domenico Larussa. Si tratta di uno degli edifici più belli costruiti nel dopoguerra a Catanzaro.
L’istituto di Fondachello, ubicato nel centro di Catanzaro, viene distrutto da un incendio. Anche se viene ricostruito, monsignor Apa pensa a un nuovo grande progetto, un vero e proprio “Villaggio della carità”.
L’Opera Pia acquista un terreno nel quartiere Santa Maria di Catanzaro. Qui iniziano a essere costruite le prime strutture destinate ai servizi assistenziali e generali.
Viene inaugurata, nel “Villaggio della carità”, l’esperienza delle scuole nonché il primo Centro psico-medico-pedagogico per la scolarizzazione dei bambini con realtà problematiche.
Dal 1965 al 1971 sono gli anni della definitiva espansione del “Villaggio” con la realizzazione dei padiglioni della neuro.
Si completa la realizzazione del Villaggio della Carità di Santa Maria di Catanzaro.
Tutte le attività assistenziali vengono trasferite nel Villaggio. La struttura di Fondachello viene chiusa definitivamente mentre la Casa della Carità è utilizzata dal Comune di Gasperina per ospitare i senza tetto a causa dell’alluvione.
L’Opera Pia approva un nuovo statuto che oltre a confermare la missione voluta dai fondatori, prevede la possibilità che l’ente possa provvedere a sé stesso con le rendite del patrimonio, con contributi, con il volontariato e con le rette degli Ospiti. Viene così introdotta la possibilità di dotarsi di una pianta organica con personale specializzato e di un regolamento.
In forza della legge 625 l’Opera Pia inizia rapporti strutturati con la Pubblica Amministrazione con la gestione riconosciuta di una scuola speciale per motulesi e neurolesi.
Viene stipulata la prima convenzione fra il Ministero della Sanità e la Opera Pia “In Charitate Christi”.
Muore mons. Giovanni Apa (Presidente negli anni 1944-1974) e si insedia il nuovo presidente, mons. Candeloro Pellicanò (Presidente negli anni 1974-1984).
Tra l'anno 1978 e 1979 l’ente continua a stipulare convenzioni con il Ministero della Sanità, dapprima ai sensi della legge 118/71, successivamente con la Regione Calabria che ha assunto le competenze con il DPR 616/78. La nuova convenzione con l’ente regionale prevede 400 posti letto, 25 posti per seminternato, 10 posti ambulatoriali, 10 posti per la scuola materna, 160 posti per la scuola elementare, 20 posti per la scuola media. La legge 517/1977 determina nel frattempo il trasferimento degli studenti disabili nelle scuole pubbliche con la conseguente chiusura delle scuole e dell’istituto medico psico-pedagogico dell’Opera Pia. Nel 1978 viene anche approvata la legge di riforma sanitaria. Per l’Opera Pia l’impatto più importante è quello relativo all’art. 26 relativo al concetto di riabilitazione comprendente non solo aspetti funzionali, ma anche sociali.
Un anno particolarmente difficile per una serie di ostacoli burocratici con il rischio chiusura dell’Opera Pia “In Charitate Christi”.
A monsignor Pellicanò subentra don Edoardo Varano (Presidente negli anni 1984-1986): le difficoltà sono tante e l’ente continua a vivere notevoli problemi organizzativi e finanziari.
Don Biagio Amato viene chiamato dall’Arcivescovo di Catanzaro-Squillace alla guida della Fondazione Opera Pia “In Charitate Christi”. Si apre una nuova stagione di innovazione e di progettualità.
La prima decisione strategica è quella di diversificare l'offerta dei servizi tramite la riconversione di 180 posti letto di riabilitazione in posti per persone anziane con problemi di non autosufficienza. Sono tre Case Protette: "Casa la Mimosa" di Catanzaro, "Casa della Carità Don Nicola Paparo" di Gasperina (CZ) e "Casa Mons. Giovanni Apa" di Catanzaro.
Inizia la diversificazione dei servizi residenziali della Fondazione: fino al 1986 venivano ospitate persone per attività sanitarie di natura riabilitativa ex art. 3 legge 118/71. Nel 1987, invece, in forza del DPCM 8.8.1985, l’Opera Pia apre due Case Protette per prestazioni socio-sanitarie in favore di persone anziane con problemi di non autosufficienza e non assistibili a domicilio.
Casa Protetta Anziani “Casa della Mimosa”.
Inaugurata nel 1987 e ristrutturata nel 2013.
RSA Anziani "Casa della Carità don N. Paparo".
Inaugurata nel 1987. Ristrutturata nel 2007, nello stesso anno ottiene l’autorizzazione come RSA.
Riceve il riconoscimento della qualifica di Organizzazione non lucrativa di utilità sociale (Onlus) ai sensi del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460.
Il Consiglio di Amministrazione avvia le pratiche per poter riprendere la propria natura giuridica di ente privato non profit. Dal 1951, infatti, l’Opera Pia aveva una personalità giuridica di diritto pubblico perché IPAB (Istituti Pubblici di Assistenza e Beneficenza).
Viene inaugurata a Gasperina (CZ) la RSA Anziani "Casa Mons. G. APA". Nel 2008 sarà ristrutturata e autorizzata come RSA.
La Giunta Regionale riconosce di nuovo alla Fondazione Opera Pia “In Charitate Christi” la natura giuridica di diritto privato.
Un avvenimento non indolore, anche da un punto di vista organizzativo e gestionale, perché causa processi di trasformazione culturale e tecnico-amministrativo-contabile. Nello stesso anno 1993, la Regione Calabria accetta la proposta del Consiglio di Amministrazione di avviare un processo di de-istituzionalizzazione dei soggetti che ormai da decenni erano ricoverati nel proprio Centro di Riabilitazione Polivalente. Tale processo durerà cinque anni.
Con l’approvazione del nuovo statuto, il 30 dicembre 1993, l’Opera Pia assume la nuova denominazione di Fondazione Betania.
Viene inaugurato a Catanzaro il Centro di Riabilitazione Polivalente che sarà ristrutturato nel 2010.
Presso il Tribunale di Catanzaro viene registrato il nuovo statuto che dà all’Opera Pia “In Charitate Christi” la nuova denominazione di Fondazione Betania, dal toponimo del villaggio biblico dell’accoglienza alle porte di Gerusalemme, dove Gesù veniva ospitato da suoi cari amici.
Con il DGR 2824/1999, la Giunta Regionale affida a Fondazione Betania la realizzazione del Progetto S.A.I.D. (Sistema di Assistenza Integrata per Disabili) per la creazione di residenze per persone con disabilità. Un progetto sperimentale per la creazione e gestione di nuove residenze socio-sanitarie per disabili. Scopo primario era ospitare innanzitutto le persone affidate da molti anni al Centro di Riabilitazione di Fondazione. La prima esperienza di de-istituzionalizzazione in Italia e la seconda in Europa.
Vengono inaugurate, come Residenze per Disabili, le Strutture di: Castagneto e Pegaso a Chiaravalle Centrale (CZ), Delfino ed Elios a Simeri Crichi (CZ), Andromeda e Letizia nel quartiere Aranceto di Catanzaro.
Nel 2013 saranno tutte ristrutturate e riconvertite in Centri Socio-Riabilitativi per Disabili.
Viene inaugurato a Catanzaro il Centro Diurno per Disabili Perseo che nel 2013 sarà trasferito nell’attuale sede. Ciò richiederà una nuova autorizzazione che verrà rilasciata sempre nel 2013.
Viene inaugurata a Catanzaro la RSA Disabili "Casa Sacri Cuori".
Viene inaugurata a Serra San Bruno (VV) la Casa Famiglia "Dopo di noi" Airone.
Viene inaugurata a Girifalco (CZ) la Casa Protetta Anziani "La Casa degli Ulivi".
Viene inaugurato a Catanzaro il Centro Socio Riabilitativo per Disabili Edera.
Il Consiglio di Amministrazione approva alcuni interventi sullo statuto, volti a modificare la governance di Fondazione Betania, introducendo, fra l’altro, la figura dell’Amministratore Delegato.
L’Ing. Pasquale Clericò viene nominato Amministratore Delegato e assumerà l’incarico dal 01 gennaio 2019. Don Biagio Amato viene confermato nell’incarico di Presidente del Consiglio di Amministrazione.
Fondazione Betania avvia i primi servizi di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) finalizzati a offrire un sostegno alle persone bisognose consentendo loro di rimanere nel proprio domicilio e nel proprio contesto familiare, riducendo il rischio di ricovero in strutture residenziali.
Nel mese di luglio, a seguito delle dimissioni dell'Ing. P.Clericò, il Presidente del CdA, Don Biagio Amato, assume anche il ruolo di Amministratore Delegato.